sabato 11 luglio 2009

Milan,Italia


Saranno state la crisi economica o quella coniugale con i suoi costi, ad avere ispirato la campagna di disimpegno dal Milan del Premier?
Anni fa,durante i festeggiamenti per uno dei numerosi trofei vinti sotto la gestione del Cavaliere,egli stesso in preda alla foga del momento,pronunciò una frase che assume oggi un sapore amaro.”Faremo dell’Italia quello che abbiamo fatto del Milan? Siiiiiiii….rispondevano i calciatori

Il costoso divorzio e i dati della nostra economia,potrebbero essere alle origini di cessioni milionarie di idoli della curva rossonera quali Pato,Pirlo,Kakà. Ma solo ad una prima lettura;l’Italia è forse in vendita al miglior offerente? Quanti sono i Florentino Perez (Presidente del Real Madrid) pronti ad offrire cifre assurde per pezzi pregiati del nostro Paese?(Industrie,Tv,Compagnie Telefoniche…)

Per la prima volta da anni,l’Autority delle Comunicazioni annuncia il sorpasso di Sky a scapito di Mediaset, dopo mesi di guerra aperta a seguito dell’aumento dell’Iva da parte del Governo presieduto non a caso dal loro principale concorrente sul Mercato.

Il Milan è stato lo specchio e l’esempio calzante delle fortune del Cavaliere. In grado di determinare l’oscillazione del gradimento personale del Premier,ad ogni vittoria o sconfitta,alla conquista dei trofei è corrisposto un indice di fiducia crescente nell’uomo politico.

Non a caso,l’annuncio della cessione di Kakà ,nell’aria da tempo e decisa da mesi,viene dato ad urne chiuse. E’ ormai evidente che una quota consistente di sostenitori del Premier è tifosa del Milan e viceversa. Alcuni vanno allo Stadio,altri,più fortunati, siedono in Parlamento.

E’ da qui che parte il dopo-Berlusconi? E’presto per dirlo ma quel che emerge con chiarezza è che il Milan vincente, padrone del mondo, è un ricordo a cui gli ultras rossoneri non intendono rassegnarsi e non a caso organizzano contestazioni allo Stadio come a Milanello,sede della società.

Le altre squadre hanno pure i loro problemi,certo,ma è difficile pensare che negli scontri diretti possano permettersi il lusso di passare sei mesi a decidere chi farà il capitano e a chi far battere i rigori:Bersani o Franceschini?

Il rischio è che i problemi “di spogliatoio” incidano e non poco sul rendimento della squadra tanto da rendere meno evidente la crisi degli avversari,riuscendo nell’impresa di donar un nuovo vigore,un dodicesimo uomo in campo,magari un bell’assist Bicamerale.

I prossimi mesi saranno cruciali per comprendere appieno quali crepe si siano prodotte nel modello Berlusconiano; l’impressione è assurda, quasi che siano più pronti nel centrodestra a gestire una eventuale successione al Cavaliere,che non nel centrosinistra.

D’altronde da qui a dicembre c’è pur sempre il Congresso del Pd,Berlusconi e l’Italia possono attendere…

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