giovedì 17 luglio 2008

Anche Gliz non ha fatto una bella fine



Abbattuto Gliz,indagata la moglie Neve("Negli ultimi temi era davvero troppo freddo con me")

Distrutta nella notte la mascotte dei Giochi
Vandali abbattono
l’olimpico Gliz

«Hanno abbattuto Gliz come se fosse un dittatore feroce, come Saddam Hussein. E pensare che lui sorride ancora, poveretto, non conosce la cattiveria dei vandali della nostra città». Lo sfogo dell’architetto Alessandra Aires, del settore urbanizzazioni del Comune, è pieno di amarezza. Osserva il pupazzone bianco e blu crollato in mezzo a strada Altessano, all’altezza del civico 130, sradicato dal supporto e gettato in mezzo al cantiere dai vandali.
La sistemazione sulla rotonda delle due mascotte olimpiche era nato all’interno di un progetto di giardino pubblico fatto insieme ai bimbi delle scuole elementari del quartiere, con cui sono state disegnate le aree gioco, i giardini, i percorsi ginnici, le piste ciclabili. «Ora al ritorno dalle vacanze i bambini non troveranno più le mascotte che allegre li salutano - dice Alessandra Aires -, ma la traccia di quanto incivili siano i loro concittadini».
Il progetto delle aree verdi dei nuovi insediamenti urbani attorno allo Stadio delle Alpi era stato ideato dall’elementare Capponi: i bambini avevano disegnato le aree gioco, quelle per il fitness, i giardini per più piccoli, i tavoli per i pic-nic, le piste ciclabili e quelle per correre da un giardino a un altro, perfino le panchine-relax per gli anziani del quartiere. «I vandali a Torino sono molto attivi e creativi - aggiunge l’architetto -, se ne inventano così tante che se trasformassero le loro bravate in energia positiva vincerebbero un Nobel».
La rotonda di strada Altessano aveva trovato una nuova identità: da incrocio anonimo si era trasformata in un punto di riferimento per tutto il quartiere. Neve e Gliz si vedevano da lontano, i ragazzini e i residenti si davano appuntamento sotto i pupazzi, per pomeriggi di giochi e riposo: «Dopo le Olimpiadi i pupazzi erano stati abbandonati, li abbiamo restaurati e messi in strada Altessano e al Parco Colonnetti, tra via Artom e via Vigliani. Con questo gesto hanno cancellato un ricordo tangibile di un evento così bello e importante per la nostra città».\