giovedì 7 giugno 2007

GRAND HOTEL...OLIMPICO



Grand Hotel Olimpico

Questa settimana una inchiesta della Stampa ha riportato i dati sulle percentuali di riempimento delle stanze degli alberghi a 4-5 stelle a Torino.
La quasi totalità delle strutture non raggiunge il 30% ed è evidente che si impone una riflessione sul sistema turismo a Torino.
L’offerta di stanze di fascia alta ha superato abbondantemente le 2.000 unità e i dati riportati dalla Stampa, mettono in dubbio il fatto che sia necessario ampliare ulteriormente la disponibilità di stanze 4-5 stelle.
Lo abbiamo detto nei giorni delle polemiche su Casa Gramsci e lo ribadiamo ora,forse gli operatori nazionali internazionali hanno colto prima di tutti la saturazione dell’offerta di fascia alta e ritenuto non appetibile un investimento su Torino?
E’ il caso dell’ex-Albergo di Virtù(Casa Gramsci),ma anche di Piazza San Carlo 161,che sarebbe dovuto diventare l’ennesimo albergo a 5 stelle, ed è oggi destinato all’alienazione immobiliare dopo una serie di aste deserte.
Segnali preoccupanti che sottolineano l’importanza di investire sui servizi di fascia media, fermando la corsa agli alberghi a 4/5 stelle,potenziando quelli in grado di attrarre i giovani e le famiglie anche in vista del possibile aumento dell’offerta di voli low cost su Torino.
Il turismo può rappresentare una delle risorse della Città ma è opportuno, mentre il Comune fa i conti con i debiti post-olimpici e i trasferimenti dallo Stato diminuiscono, ragionare con dati alla mano sugli investimenti passati e il rapporto tra le risorse investite e i benefici prodotti.
In molti hanno creduto in un boom in grado di riempire le casse comunali ma la realtà è decisamente più pesante:la scorsa settimana infatti l’agenzia di rating Standard & Poor's ha declassato il giudizio sul debito di lungo termine del Comune di Torino. Tale decisione da parte dell'agenzia riflette «la persistente accumulazione di debito finanziario del 2006, che esercita un’ulteriore pressione sul già elevato debito finanziario residuo causato dagli investimenti infrastrutturali per i giochi 2006». Il Comune di Torino è gravato da un debito di circa 3 miliardi di euro, che implica una spesa annua per rimborso di interessi e capitale di circa 210 milioni.
Mala tempora currunt.…Senza contare le strutture vuote realizzate per le Olimpiadi che prima di poter generare un qualunque beneficio economico accumuleranno debiti per i prossimi 5 anni. E’il caso di dirlo la Passione vive ancora qui e il rosso non è più quello dei drappi a festa in giro per la città ma quello delle casse comunali. (Passion Lives Here-azzeccatto slogan olimpico).

mercoledì 6 giugno 2007

IL GRATTACIELO S'ALZA E SUPERA LA MOLE


IL GRATTACIELO S’ALZA E SUPERA LA MOLE

L’avvenuta annessione dell’Istituto Bancario San Paolo di Torino da parte della Banca Intesa che tanto ha animato il dibattito a Torino nei mesi scorsi, lascia aperti interrogativi pesanti sul futuro occupazionale nella nostra città e sul ruolo sempre più marginale degli uffici torinesi in favore di quelli milanesi.

Sono sempre più, infatti, i dipendenti “caldamente invitati” al pendolarismo quotidiano verso la grande Milano da bere e si diffonde la percezione anche negli ottimisti ad oltranza,che un grande patrimonio si stia disperdendo penalizzando soprattutto lavoratori e correntisti,vittime eterne dei processi di fusione e delle salvifiche liberalizzazioni.

In un contesto quantomeno difficile per il polo torinese,Lunedì 28 Maggio Enrico Salza annuncia trionfante: “ Il grattacielo San Paolo si farà, sarà alto 180 metri e ospiterà 3 mila dipendenti”…

Le domande che immediatamente in molti si pongono sono contenute in un appello lanciato dalle pagine di Nuova Società (www.nuovasocieta.it) di cui riporto alcuni passaggi:

Si tratta di dubbi e domande aperte che non devono essere trascurate in nome di una superficiale idea di modernità o di compattezza.Sono necessarie così ingenti nuove cubature? Non è sufficiente una migliore utilizzazione delle aree dimesse?Quali sarebbero le modificazioni del paesaggio della città, vista dal basso e dalla collina?E’ opportuno che sorga un nuovo “simbolo” della città, accanto alla Mole?Per quanto riguarda il caso particolare del San Paolo nella nuova fusione bancaria: per difendere l’occupazione a Torino è necessario un investimento immobiliare di quella portata?

Probabilmente no, visto che le dichiarazioni sulle nuove assunzioni ad oggi non trovano seguito nelle scelte del management o nei contenuti del Piano Industriale.

La vicenda grattacielo San Paolo ci parla del rapporto e dei legami tra la Città e i poteri forti (tra cui quelli delle Banche) capaci di imporre le scelte urbanistiche alla collettività e di superare anche gli edifici storici come la Mole Antonelliana, in una rincorsa verso il cielo che vede il potere economico svettare sulla città alla ricerca del primato,anche architettonico.

Luca Cassano

Capogruppo Comune di Torino

lunedì 4 giugno 2007

I FURBETTI DEL CEDOLINO...


I furbetti del cedolino?da La Repubblica di Domenica 3 Giugno 2007

Gent.mo Dottor Travaglio,le scrivo a proposito della precisazione fornita dall'Ing.Vaciago in relazione al compenso a lui riconosciuto dal Comune. Cito testualmente le dichiarazioni tratte da La Repubblica del 29 Maggio "sono dolente di disilludere sia Lei che il giovane Consigliere Cassano...guadagno meno della metà delle cifre sognate per me dal Consigliere"
Le cifre da me indicate Caro Ing.Vaciago, non sono frutto dei sogni di un giovane ma dei dati riportati negli atti dirigenziali che indicano un impegno di spesa per la Città di Torino "per l'anno 2007 di Euro 453.467,64 (competenze Euro 355.847,00 - oneri Euro 97.620,64) così ripartiti:38.296,98 annui lordi, pari allo stipendio tabellare della qualifica dirigenziale;una indennità aggiuntiva annua pari a Euro 211.700,00, per tredici mensilità, oltre ad una retribuzione annua lorda legata al raggiungimento degli obiettivi fissati di intesa con il Sindaco secondo i criteri del Contratto Integrativo Aziendale vigente.

"Trascurare la matematica è un'offesa al sapere, poichè chi la ignora non può conoscere le altre scienze o le cose del mondo. Roger Bacon

Luca Cassano

venerdì 1 giugno 2007

Principi e Princìpi

Da "La Repubblica" di Domenica 27 Maggio 2007

Gentile dottor Travaglio, ho 24 anni, faccio il consigliere comunale a Torino e, spero non solo per la mia giovane età, allibisco di fronte all ' atteggiamento di gran parte della classe politica sul caso Vaciago. Uno dei manager più pagati d ' Italia (20 mila euro netti al mese) è indagato per truffa; la magistratura gli contesta una disinvolta operazione « olimpica » legata alla ristrutturazione del Principi di Piemonte.

Vaciago ammette di aver sbagliato e di essere colpevole, e aggiunge che lo rifarebbe. Il Consiglio comunale ne discute. Io intervengo per domandare se il fine giustifichi i mezzi: in attesa del lavoro dei giudici, è opportuno tenere Vaciago al vertice della macchina comunale? O un evento pur straordinario come le Olimpiadi consente la violazione delle norme vigenti?

Se Vaciago fosse giudicato colpevole, non si potrebbe che chiedere le sue dimissioni: quale modello rappresenterebbe un capo che viola le norme che chiede di rispettare ai suoi dipendenti?

A questo punto interviene il sindaco per ribadire la totale fiducia a Vaciago e aggiunge che, se valesse questo principio, dovremmo andare tutti a casa. Non capisco: vuol forse dire che tutti abbiamo i nostri scheletri nell ' armadio?

Perché mai, se Vaciago ha sbagliato, non dovrebbe pagare? Stiamo parlando di un reato contro la Pubblica Amministrazione, quindi contro l ' interesse collettivo. La vicenda investe la questione morale da un lato e il ruolo del pubblico impiego dall ' altro.

Come possiamo pensare che la politica si evolva e torni a suscitare emozioni , se diventano « rivoluzionarie » parole di puro buonsenso che chiedono etica e correttezza a chi amministra e governa? E i giovani? Come credere a un mondo che educa al cinismo e alla destrezza nel divincolarsi, anziché alla purezza?

Giorni fa ne ho discusso con alcuni coetanei della società civile e ho capito una volta di più che senza un nuovo codice etico sarà impossibile riconquistare la fiducia dei molti che non si avvicinano alla politica per motivi igienici. Continuo a pensare, forse da ingenuo, che la chiave per rendere la casta un po ' meno tale parta da qui. Lei che ne pensa? Luca Cassano Torino

Caro Luca, caduto il governo del Cavaliere siamo precipitati nel «berlusconismo senza Berlusconi».
Ormai il virus dell'impunità contamina larghe fasce del centrosinistra. Così, mentre Amato giustifica la presenza in Parlamento di 25 pregiudicati perché han commesso «solo reati minori» (corruzione giudiziaria, omicidio, concussione, truffa, bancarotta...), la casta politica torinese si stringe intorno al city manager indagato, che pure ha ammesso di aver aggirato le leggi in nome del Dio Olimpico.

Se si trattasse di una questione controversa, sarebbe giusto attendere le sentenze dei giudici. Ma se Vaciago addirittura rivendica i fatti che gli vengono contestati, andrebbe licenziato in tronco. Per una questione non penale, ma politica e morale. Capisco che, pronunciando certe parole (etica, responsabilità, legalità), lei si senta un marziano. Ma la prego di insistere, finché riusciremo, tutti insieme, a far sentire marziani quelli che l'etica pubblica non sanno neppure cosa sia. E a mandarli democraticamente a casa. Marco Travaglio