domenica 30 marzo 2008

Cooperativa di Base


Appalto «rosso» per il Dal Molin

Gli Usa assegnano l'appalto per la costruzione della base di Vicenza a una joint venture composta dalla Cmc e dal Consorzio cooperative costruzioni di Ravenna. Due cooperative. Costo totale: 245 milioni di euro
Orsola Casagrande
vicenza

Sarà la Cmc di Ravenna a costruire la nuova base militare americana all'aeroporto Dal Molin di Vicenza. Il comando Setaf ieri ha reso noto il vincitore dell'appalto per la progettazione e la costruzione delle nuove strutture presso l'aeroporto. Oltre alla Cmc (Cooperativa muratori e cementisti) vincitore dell'appalto è anche il Ccc (Consorzio cooperative costruzioni), entrambi di Ravenna. Immediata la replica del presidio permanente no Dal Molin: «Cari Prodi, Costa, Bersani, D'Alema, Veltroni: quella base non si farà mai, perché le vostre bugie hanno le gambe corte, perché migliaia di uomini e donne lo impediranno, in maniera pacifica ma determinata».
Non è una sconosciuta, la coop «rossa» Cmc, al Patto di mutuo soccorso che lega il movimento di Vicenza a quelli contro le grandi opere in Italia. Perché la Cmc, oltre a partecipare agli appalti per la base americana di Sigonella, è anche la cooperativa che avrebbe dovuto costruire la Tav in Val Susa, in particolare il contestatissimo tunnel di Venaus. Quell'opera devastante, e non solo dal punto di vista del territorio ma anche della salute, che la resistenza dei valligiani ha impedito. «Inutile ricordare i legami stretti tra queste cooperative rosse e molti membri del governo Prodi e del commissario Costa - dicono dal presidio - Il ministro Bersani era stato presidente della Cmc di Ravenna, l'inaugurazione della nuova sede della Ccc di Bologna venne fatta in pompa magna da Massimo D'Alema». Insomma il dubbio è lecito. Tanto lecito che qualcuno, in tempi non sospetti, aveva scherzato sui nomi dei vincitori dell'appalto per la base americana. «Non sarà mica il Cmc?», si diceva ridacchiando (e il manifesto lo aveva anche scritto, un anno fa).
Il comando della Setaf ha reso noto in un comunicato che la commissione giudicatrice ha scelto il progetto presentato dall'impresa joint venture Cmc-Consorzio Cooperative Costruzioni. L'appalto, si apprende sempre dalla nota, è stato aggiudicato dal comando genio della marina degli Stati Uniti per un importo complessivo di 245 milioni di euro circa. I lavori saranno avviati quest'estate e la consegna della nuova installazione è prevista entro la metà del 2012. La nota della Sitaf sottolinea che «l'impresa si assume l'onere di costruire presso l'aeroporto Dal Molin, distante circa cinque chilometri dalla caserma Ederle, le strutture di supporto necessarie al consolidamento della 173ma brigata aviotrasportata, attualmente dislocata in tre sedi separate tra l'Italia e la Germania».
Si spiega inoltre che l'area dell'aeroporto del Dal Molin è stata «offerta dal governo italiano perché è l'area di proprietà del demanio militare più vicina alla Ederle che risponde ai requisiti di spazio necessari per la riunificazione della brigata a Vicenza». Infine la nota ribadisce che «il Dal Molin è un'installazione militare italiana già utilizzata dalla Nato e dall'aeronautica militare italiana. La nuova installazione resterà territorio italiano, sotto il controllo delle autorità militari italiane nel rispetto delle leggi italiane e regolata dagli accordi internazionali vigenti».
Alle manifestazioni organizzate ieri sera dal presidio permanente contro le perquisizioni di giovedì mattina e per consegnare le ampolle di acqua al cherosene (risultato dell'incidente all'oleodotto militare di qualche settimana fa), i giovani del presidio hanno gridato tutta la loro rabbia. «Altro che inderogabili impegni internazionali, altro che rispetto dei patti: hanno svenduto la nostra città per garantire un lucroso affare alle cooperative rosse loro amiche. Le stesse cooperative impegnate nella costruzione della Tav in val Susa, giusto per gradire. Ecco perché il buon Walter Veltroni, nel suo recente viaggio elettorale a Vicenza ha detto: la base si farà. Non vorrete mica far perdere un sacco di soldi ai nostri amici, vero?»
La lotta contro il Dal Molin entra dunque in una nuova fase. Dal presidio promettono: «A Monopoli giocherete un'altra volta, e non sulle nostre teste».