mercoledì 4 marzo 2009

Giovani e portaborse


Giovani e portaborse,

Da giorni ormai è in atto sui quotidiani torinesi uno scontro all’interno del Pd sulle candidature per le elezioni provinciali.
Un guerra senza sconti,a suon di comunicati stampa nella quale non intendo entrare perché attiene,comunque la si voglia intendere,alla vita democratica di un’organizzazione politica.
Quello che più stupisce in questi giorni è l’accanimento con cui vengono triturati molti dei giovani impegnati a vario titolo nella politica torinese,anche nelle file del Partito Democratico.
Il portaborse è un nuovo untore del malcostume,colpevole di non dedicarsi alla politica in maniera impiegatizia e responsabile di avere delle doti da spendere anche in una competizione elettorale.
Molti dei nomi citati sono di persone che ho conosciuto in questi anni,con cui ci si confronta spesso e si discute anche animatamente;non è il mio compito tessere le lodi di alcune delle persone oggetto della campagna stampa di questi giorni.
Il problema è più profondo ed investe la possibilità per una intera generazione di essere espulsa dalla politica sotto il peso di una società che ci consegna la precarietà come regola di vita.
Fare politica oggi è ancora più difficile di 10/20 anni fa per molti motivi;è quasi impossibile trovare un datore di lavoro che assuma un giovane impegnato in politica o con degli incarichi pubblici e in questi anni alcuni hanno avuto l’opportunità di crescere professionalmente al servizio di assessori,sindaci,consiglieri.
E’ forse uno scandalo? Molti dei delatori di questi giorni che equiparano i partiti ad agenzie di collocamento,provengono da storie molto simili,onorabili esattamente quanto quelle degli “untori” che accusano sui giornali.
Per molti anni il mondo del lavoro,le istituzioni e i partiti hanno garantito libero accesso a uomini e donne che hanno fatto legittimamente della politica una scelta di vita;molti dei beneficiari di quel sistema complessivo gridano oggi allo scandalo,in un curioso quanto inverosimile sdoppiamento di personalità.
Si fa un grande,grandissimo parlare di ricambio e l’impressione ricorrente è ormai che lo si auspichi per rinfoltire gli eserciti sempre più esili dei gruppi di potere all’interno dei partiti.
Non per intercettare quel disagio quotidiano che le giovani generazioni avvertono nei confronti della politica carente di linguaggi,proposte,concretezza che sappiano dare risposte alle inquietudini della nostra società.
L’idea che si fa strada è che i giovani possano emergere indossando gli abiti di altri,per investitura o per cooptazione, mai per merito. Molti di noi operano scelte coraggiose,difficili,accettando i sacrifici che la vita politica impone sotto molti punti di vista,in un mondo che viene invece percepito come i provini per entrare nel reality “La Casta” .
Siamo una delle risorse e delle speranze che la politica riacquisti credibilità a cominciare da quelle generazioni che oggi vivono nell’incertezza di un futuro quanto mai fosco.
In gioco non c’è solo la contingente composizione di una lista per le elezioni ma l’abbandono della scena politica per saturazione,un rischio che questa Città e questo Paese non possono permettersi.


Luca Cassano

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