domenica 15 giugno 2008

Amache e Bussole-Voi siete qui-Il pronto soccorso del distretto militare


Ha ragione Roberto Formigoni: il modello lombardo della sanità funziona. Era andato a togliersi le tonsille ed è uscito dalla clinica senza una gamba, ma funziona. Peccato per quella tendinite: per curargliela gli hanno tolto un polmone. Però funziona ancora. Il modello lombardo della sanità sta benissimo, anche perché se incautamente confessasse di stare male lo opererebbero di nuovo, e al posto del femore gli impianterebbero un medico obiettore di Cl non sterile. Appurato che il modello lombardo della sanità funziona (a guardare i bilanci delle cliniche private funziona benissimo), va detto anche manca un po’ di etica. E per forza! Tutta l’etica che avevano l’hanno usata al posto dei tendini rotulei e l’hanno impiantata a gente che stava benissimo, e che adesso zoppicherà per sempre. Ma eticamente. Sia come sia, le emergenze del paese sono altre. Per esempio la sicurezza. Per questo arriveranno 2.500 militari a presidiare le zone più a rischio delle grandi metropoli. Tipo le sale operatorie della Regione Lombardia, tipo i cantieri edili della Regione Lombardia. Era ora che qualcuno pensasse seriamente alla sicurezza dei cittadini, fossero anche Maroni e La Russa, che hanno scritto la nuova norma del disegno di legge a quattro mani. Anche un cervello avrebbe fatto comodo. Ma attenzione, come sa ogni esperto militare, quando si chiamano i soldati è bene definire con precisione le regole d’ingaggio. I nostri militari potranno sparare a un primario? Potranno usare gli elettrodi per interrogare le cartelle cliniche? E’ una questione che si farà più spinosa quando le nostre forze armate chiamate in difesa del cittadino dovranno intervenire nei cantieri edili. Quali regole d’ingaggio usare per i lavoratori in nero vittime del caporalato? Se gli si spara prima si danneggiano gli imprenditori e si frena la crescita. Se gli si spara una volta cascati dalle impalcature è inumano accanimento su un cadavere. L’unica è colpirli al volo. Difficile ma possibile. Il Pd, responsabilmente, si è detto d’accordo.

ALESSANDRO ROBECCHI da il Manifesto di Domenica 15 Giugno 2008
www.alessandrorobecchi.it



Poche cose mi fanno ridere come la lista dei partecipanti alle nozze delle celebrità. Non perché gli invitati, poveracci, abbiano in sé qualcosa di ridicolo. Ma perché è sempre più comico l´assemblaggio dei nomi, via via che la cosiddetta alta società va disfacendosi in una caotica ammucchiata di facce e mansioni le più diverse. Per esempio: al matrimonio di Briatore c´erano Pupo, Aznar, Simon Le Bon, Valeria Marini, Adriano Galliani, Mara Venier, Jean Todt, José Mourinho, Paola Perego, la Santanché. Si noti come sia possibile, anzi plausibile, aggiungere altri invitati senza che la natura dell´elenco perda o acquisti alcunché: l´Orso Yoghi, il Dalai Lama, un Rolling Stone, la vedova di Salvador Dalì, Maradona, Tremonti, Ric e Gian, il presidente del Venezuela, Nicola di Bari, il cardinal Bertone, il cane Rex, una delle infante di Monaco o entrambe, Kissinger, Calderoli, Vanna Marchi, la Prestigiacomo, Batman e Robin.
Se ci fate caso, rispetto all´elenco reale quello virtuale (ciascuno di voi può fare il proprio) varia per quantità ma non per qualità. Un ricevimento che prevede un brindisi tra Pupo e Aznar, o tra Adriano Galliani e Simon Le Bon, ha già esaurito splendidamente il compito di rappresentare quel fastoso non-senso che è diventato, ai giorni nostri, il Potere.

Michele Serra da La Repubblica di Domenica 15 Giugno 2008

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